Workshop di ballo liscio e filuzzi

Dalle 19.30 workshop, poi si balla in compagnia!

Partecipazione gratuita - Non serve saper ballare

 

 

Per imparare a mettere un piede dietro all'altro a tempo con i più celebri 𝗯𝗮𝗹𝗹𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗻𝗮-𝗿𝗼𝗺𝗮𝗴𝗻𝗼𝗹𝗮, bolognese nello specifico!

𝗨𝗻 𝗯𝗮𝗹𝗹𝗼 𝗹𝗶𝘀𝗰𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗼, 𝘂𝗻 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗮𝗹𝗴𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼 𝗮 𝗱𝘂𝗲 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝗮𝗹𝘃𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹'𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲!

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Alla scoperta delle origini del ballo filuzziano bolognese con lezioni aperte a tuttə per imparare i primi passi della Filuzzi bolognese.

𝗔 𝗰𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗣𝗲𝗹𝗮𝗴𝗮𝗹𝗹𝗶 𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗮 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗮𝗿𝗶

𝗟𝗮 𝗳𝗶𝗹𝘂𝘇𝘇𝗶:
I bandi generali dello Stato della Chiesa dei secoli XVII e XVIII consideravano esplicitamente il ballo come un circolo al cui centro c’è il demonio, manifestazione quindi da disciplinare rigorosamente limitandone grandemente la libertà.
Il ballo popolare sopravviveva nelle campagne dove minore era il controllo del potere centrale ed era un ballo, per lo più saltellato.
I musicisti (chiamati suonatori nei bandi) erano illetterati e suonavano “ad orecchio” motivi tramandati di generazione in generazione.

Dall'unione del ballo liscio di valzer, mazurka e polka con le vecchie figure dei balli "staccati": le manfrine, i tresconi, i ruggeri, nacque spontaneamente un nuovo modo di ballare il liscio, o, se vogliamo, una particolare caratterizzazione del ballo liscio tipica della provincia di Bologna: la filuzzi.

Sull’origine del curioso nome furono fatte diverse ipotesi. Una delle ipotesi più accreditate finora è quella secondo cui filuzzi era soprannome dei primi ballerini alla filuzzi, così chiamati perché piombavano nelle balere dove non erano conosciuti, si esibivano in alcuni balli acrobatici uomo-uomo perché non potevano importunare le (poche) ragazze presenti, dopo di chè, così come erano arrivati se ne filavano, via, da cui filuzzi.
(Da Storia e Memoria di Bologna)