copertina di Sperimentazioni musicali per il Bologna Portici Festival

Sperimentazioni musicali per il Bologna Portici Festival

Bologna Estate racconta #1 - Intervista a Marco Pignatiello Arci Bologna

Bologna Estate 2023 ha preso il via con l’anteprima del Bologna Portici Festival, dal 26 al 28 maggio, quando via Manzoni, via Galliera e il Voltone del Baraccano sono state invase da musica, mostre, spettacoli e visite guidate con un fitto calendario di eventi da mattina a sera.

Progettato a partire da un cantiere culturale finanziato con risorse europee del PON Metro 2014 - 2020, il festival nasce nelle comunità con il coinvolgimento delle realtà artistiche locali e della cittadinanza, e si svilupperà dal 13 al 18 giugno intrecciando tradizione e innovazione con musica e spettacolo in molti luoghi della città: dal palco di Piazza Maggiore all’area tra il Meloncello e la Certosa, passando dal Quadriportico dei Servi fino al Treno della Barca.

Tra gli eventi della preview del Bologna Portici Festival, siamo andati a scoprire qualcosa di più  degli appuntamenti curati da Arci Bologna e andati in scena nel cortile del Museo Civico Medievale: due opere artistiche realizzate all’interno del percorso “La città che risuona”: la sonorizzazione di “Bologna dei miei tempi. Il cinema di Luciano Osti”, a cura della Sonic Soundscape Orchestra con il commento sonoro di Valeria Sturba e “Sonitus - il suono delle piante”, l’opera artistica green di Giuseppe Cordaro

Che suono fanno i portici di Bologna?

Marco Pignatiello, responsabile cultura Arci Bologna, sorride e risponde che si tratta di una geografia di suoni che è il risultato delle azioni delle persone che ogni giorno attraversano la città e contribuiscono a comporre quello spartito collettivo che è il suono di Bologna.

Non un singolo suono, ma una pluralità di suoni, un vero e proprio paesaggio sonoro dei portici che Arci Bologna, insieme a diverse realtà del panorama artistico e culturale cittadino, ha messo al centro del progetto Suoni di Passaggio, sostenuto dal bando PON Metro REACT “La città che risuona”: tre percorsi artistici composti da workshop e residenze artistiche per confrontarsi con i linguaggi della musica elettronica, del field recording, del campionamento urbano, della registrazione del suono dei portici e della musica d’insieme, che hanno coinvolto personalità del mondo della musica con fasce di popolazione solitamente meno coinvolte nei linguaggi artistici. L’obiettivo? creare un'unica opera collettiva site specific per raccontare la bellezza dei portici, che sarà presentata al Bologna Portici Festival, ma anche dare vita ad una comunità artistica.

Cosa ha significato registrare, mappare, ma soprattutto interrogarsi sui suoni che ci circondano? 

Marco non ha dubbi: è un interrogativo che ci aiuta a pensare e immaginare forme contemporanee di elaborazione artistica e dello stare insieme come collettività, del nostro impatto sulla città, sulle persone e sull’ambiente”.

Qual è la visione che ha guidato il progetto Suoni di Passaggio e come è nato? 

Quando abbiamo vinto il bando “La città che risuona” del Comune di Bologna, abbiamo provato a immaginare un percorso che fosse corale, che mettesse insieme diverse energie del panorama creativo e culturale bolognese e che avesse come obiettivo quello di creare un’opera collettiva site specific per raccontare la bellezza dei portici di Bologna. E di farlo con e per le persone che attraversano la nostra città, sfruttando anche la presenza capillare dei circoli Arci e di alcuni nostri centri culturali e di aggregazione giovanile. Con queste idee iniziali, che abbiamo sviluppato insieme a Corrado Nuccini, direttore artistico di Suoni di Passaggio, abbiamo co-progettato il percorso insieme a circoli e associazioni Arci della nostra rete cittadina. Accanto alla musica, che è il linguaggio protagonista della nostra azione, abbiamo coinvolto realtà che hanno arricchito il percorso con competenze molto diverse tra loro. È così che abbiamo iniziato il cammino di Suoni di Passaggio insieme ad About Bologna, magazine di cultura urban che cura la gestione e la strategia di comunicazione; a Checkpoint Charly, laboratorio artistico condiviso che cura l’immagine grafica coordinata; Elenfant Film, associazione che si occupa di produzione cinematografica e che cura la comunicazione e documentazione video; e Sghetto, club di musica live, che ha fornito supporto tecnico e artistico. 

Il bando PON Metro REACT “La città che risuona” promuove azioni di welfare generativo e di comunità per l’inclusione sociale attraverso la musica. Come si sono sviluppati i tre percorsi artistici e chi ne ha preso parte?

Come anticipavo prima, Suoni di Passaggio ha sin dagli inizi ragionato su come intercettare fasce di popolazione che solitamente hanno minori possibilità di entrare in contatto con i linguaggi artistici contemporanei. L’accessibilità e la cura per le persone sono stati dunque tratti distintivi per orientare la strutturazione dei workshop che hanno dato il via a Suoni di Passaggio. Grazie ad una call pubblica, i/le partecipanti hanno avuto modo di prendere parte a workshop e residenze artistiche e di confrontarsi con i linguaggi della musica elettronica, del field recording, del campionamento urbano, della musica d’insieme. Con il direttore artistico Corrado Nuccini abbiamo elaborato tre workshop distinti che hanno portato ad altrettante residenze artistiche: il primo, Musica di Paesaggio, curato da Giuseppe Cordaro, è stato incentrato sul campionamento dei suoni urbani e di registrazione del suono dei portici; il secondo, Musica d’Insieme, è stato condotto da Laura Agnusdei e Francesca Baccolini, che hanno creato un ensemble ispirata alle musiche del compositore statunitense Moondog; e infine Musica Elettronica, workshop condotto da Emanuele Reverberi e Olmo Campani e focalizzato sulla produzione musicale attraverso l’uso di tablet e programmi open source. 

Il ruolo dei circoli Arci è stato fondamentale. Come avete coinvolto i cittadini e in che modo siete stati un punto di riferimento?

La rete dei circoli Arci è come sempre fondamentale per lo sviluppo dei nostri progetti e per il coinvolgimento delle persone. Praticamente in ogni territorio sono presenti circoli e associazioni Arci, spesso molto diversi tra loro per tipologia di attività e anche per target di soci che li animano. Oltre alla call pubblica, insomma, abbiamo fatto sì che i nostri workshop non restassero fermi in un solo contesto territoriale, ma li abbiamo portati da un circolo in pieno centro come il Millenium, al centro giovanile Spazio Zeta di Corticella, tanto per citare un esempio. 

Entrambe le opere artistiche andate in scena in occasione della preview di Bologna Portici Festival mettono al centro il concetto di ecologia sonora. Cosa significa e quale il messaggio?

Innanzitutto entrambe le opere hanno la firma di Giuseppe Cordaro che è un sound designer, un artista che usa la tecnica del field recording per registrare i suoni che ci circondano. Attraverso questa pratica abbiamo mappato il paesaggio sonoro dei portici di Bologna - dei veri e propri amplificatori del suono della nostra città - e la prima cosa che arriva alle nostre orecchie, in molti tratti, è il rumore del traffico, cioè quello che comunemente chiamiamo inquinamento acustico. Interrogarsi sull’impatto dell’uomo sul paesaggio sonoro ci porta quindi a riflettere sul rapporto tra uomo e natura in un’epoca caratterizzata da grandi stravolgimenti ambientali e dall’emergenza climatica: l’ecologia sonora è un manifesto dove chiediamo che i suoni della natura siano prevalenti rispetto a quelli artificiali. 

Con “Bologna dei miei tempi. Il cinema di Luciano Osti” avete sonorizzato inedite immagini raccolte dal filmmaker Luciano Osti e riconsegnateci grazie ad Home Movies, l’archivio di cinema di famiglia di Bologna. Osti ha ripreso con la sua cinepresa 8mm il paesaggio urbano in piena trasformazione, portandoci nella Bologna dei suoi tempi. Come sono state reinterpretate quelle immagini attraverso la musica mettendo in relazione i suoni di oggi con la città di allora? 

La nostra idea è stata quella di far dialogare due epoche intrecciando il paesaggio video documentato dal filmmaker Luciano Osti con il paesaggio sonoro di oggi. Da questa base è partita poi l'interpretazione artistica e musicale di Giuseppe Cordaro e della Sonic Soundscape Orchestra

che insieme alla guest Valeria Sturba hanno portato alla sonorizzazione dal vivo del film. L’ensemble ha poi messo a valore le sensibilità delle singole persone che lo compongono ed ognuno ha avuto una sorta di “parte solista” per contribuire a scrivere la colonna sonora collettiva di un filmato che ha una durata di circa 30 minuti e che si compone di tre movimenti: la Bologna del “tram”, nel pieno dopoguerra, che ci porta a esplorare alcune strade cittadine dell’epoca; la Bologna delle acque e della vita cittadina, dove vediamo canali scoperti e scene come quelle della processione di San Luca; e infine la Bologna d’agosto, con strade desolate e un definitivo protagonismo dei portici in un sorprendente gioco geometrico di luci e ombre. Questi movimenti hanno così dettato l’andamento della sonorizzazione: nell’ascolto possiamo scorgere i suoni raccolti durante le passeggiate sonore, i suoni elettronici e strumentali prodotti dai ragazzi e dalle ragazze, e su questo tessuto si innestano le onde del theremin, della voce e delle elettroniche di Valeria Sturba. 

La Sonic Soundscape Orchestra è una formazione inedita che si è formata all’interno del percorso Suoni di Passaggio. Come è nata e chi ne fa parte? 

Quando nelle nostre intenzioni iniziali dicevamo di voler costruire una comunità artistica è perché non volevamo che i/le partecipanti vivessero in maniera passiva il percorso dei workshop e delle residenze artistiche: sono loro i/le protagoniste del progetto e insieme a Giuseppe Cordaro hanno scelto anche il nome della formazione artistica. Tra i componenti della Sonic Soundscape Orchestra ci sono quindi ragazze e ragazzi che hanno partecipato alla call e che hanno seguito con entusiasmo tutto il percorso da ottobre in poi. 

“Sonitus - il suono delle piante” è invece un’installazione che si svolge attraverso l'interazione tra piante, field recording e sintetizzatori per generare trame sonore che convertono il cambiamento biologico delle piante in musica. Come funziona e come è stata realizzata?

Abbiamo avuto modo di sperimentare l’installazione con Giuseppe Cordaro e la Sonic Soundscape Orchestra in un evento che abbiamo fatto agli inizi di Aprile nell’Ex-Casa del Custode nel Parco della Montagnola. Lì abbiamo compreso la grande potenzialità di Sonitus nell’interazione con il pubblico e nel messaggio che ci permetteva di lanciare. Un’idea che abbiamo poi riproposto a Bologna Portici Festival, che ha sposato subito la proposta e ci ha aiutato nel creare l’installazione di sabato scorso. Sonitus mette a confronto l’universo sonoro dei portici - registrato e campionato attraverso una serie di soundwalk - con il mondo vegetale delle piante. L’installazione contrappone le sonorità delle attività umane - campionate lungo i portici - a quelle delle piante captate attraverso sensori e convertite in una trama sonora: il cambiamento biologico delle piante diventa musica grazie all’interazione dell’uomo con la natura. 

Dopo l’anteprima, il prossimo appuntamento di Bologna Portici Festival è dal 13 al 18 giugno, un grande evento per celebrare il riconoscimento dei portici Patrimonio Unesco e Bologna città creativa. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Suoni di Passaggio porterà al Bologna Portici Festival tutti e tre percorsi sviluppati in questi mesi tra workshop e residenze artistiche. Sarà possibile assistere nuovamente alla sonorizzazione dal vivo di “Bologna dei miei tempi” con Giuseppe Cordaro e la Sonic Soundscape Orchestra, questa volta con Enrico Gabrielli come guest. Sarà anche l’occasione per ascoltare la Moon of Endor, formazione di musica d’insieme guidata da Laura Agnusdei e Francesca Baccolini con ospite Andrea Belfi; e infine la Millenium Orchestra diretta da Emanuele Reverberi con ospiti Vincenzo Vasi, Valeria Sturba e un artista che sveleremo nei prossimi giorni. Tra le sorprese anche l’interazione tra musica e letteratura con interventi e letture che stiamo immaginando con gli attori e attrici di Cantieri Meticci. 

 

Silvia Santachiara, per Bologna Estate