Nei primi anni Settanta il regista Ramesh Sippy e suo padre, il produttore G.P. Sippy, avevano un’ambizione: realizzare il più grande film d’avventura e azione che l’India avesse mai visto. Il risultato fu Sholay – epico ‘curry western’ in 70mm che intreccia comicità e tragedia, arricchito da canzoni e danze. La sceneggiatura è del celebre duo Salim-Javed e la colonna sonora porta la firma del rinomato compositore R.D. Burman. Nel cast stellare, Sanjeev Kumar, Amitabh Bachchan, Dharmendra, Hema Malini, Jaya Bhaduri e un Amjad Khan alle prime armi che offre un’interpretazione memorabile nel ruolo del terrificante Gabbar Singh.
Il film racconta la storia di un ex poliziotto che recluta due piccoli delinquenti per dare la caccia al temuto bandito Gabbar Singh e liberare il villaggio di Ramgarh dalla morsa del terrore. Girato nel paesaggio arido e roccioso di Ramanagara, nel Sud dell’India, richiese due anni e mezzo di lavorazione e superava le tre ore di durata, con un finale che sfidava ogni aspettativa. Fu girato in 35mm e ingrandito a 70mm nei laboratori Technicolor di Londra. Purtroppo nessuna copia in 70mm è sopravvissuta. Uscito durante lo stato d’emergenza – un momento politicamente turbolento e segnato da una censura estremamente rigida – Sholay subì l’intervento della commissione per la censura, che impose di modificare il finale sostituendolo con un epilogo annacquato. Il film ebbe un esordio disastroso: fu stroncato dalla critica e bollato come un fallimento. Ci vollero alcune settimane, ma le immagini maestose, le interpretazioni e i dialoghi memorabili finirono per ribaltare le sorti del film. Dieci settimane dopo l’uscita, Sholay fu proclamato un successo
clamoroso e divenne il film con il maggiore incasso per un periodo-record di diciannove anni, inclusa una programmazione ininterrotta di cinque anni al cinema Minerva di Mumbai. Da allora molti film lo hanno superato al botteghino, ma nessuno ha eguagliato la sua indefinibile magia, che continua a emozionare il pubblico a cinquant’anni dall’uscita. Il restauro è stato complesso e ha richiesto quasi tre anni. Purtroppo il negativo originale era gravemente deteriorato e non è stato possibile utilizzarlo. Miracolosamente, tra i materiali
superstiti sono stati ritrovati il finale originale e due scene eliminate, e la versione restaurata presenterà per la prima volta al mondo la visione originale del regista.
Shivendra Singh Dungarpur
ingresso libero
Versione originale in Hindi con sottotitoli in italiano e inglese