copertina di Ritrovarsi a Tokyo
26 luglio 2025, 21:45
@ Arena Puccini - Parco DLF

Ritrovarsi a Tokyo

(Une part manquante, Francia-Belgio-Giappone-USA/2024) di Guillaume Senez (98') | Arena Puccini

Ritrovarsi a Tokyo

(Une part manquante, Francia-Belgio-Giappone-USA/2024) di Guillaume Senez (98')

Con: Romain Duris

 

Jay è un tassista francese trasferitosi a Tokyo per ritrovare la figlia Lily, che non vede da quando si è separato dalla compagna giapponese ben 9 anni prima. Persa ormai ogni speranza e pronto a tornare in patria, Jay riconosce finalmente Lily tra i passeggeri del suo taxi: a quel punto farà di tutto per mettersi in contatto con lei, affinché possano instaurare quel rapporto padre-figlia mai avuto e creare dei ricordi assieme.
“Ritrovarsi a Tokyo offre uno sguardo occidentale sul Giappone radicalmente antiretorico, lontano sia dall’entusiasmo scomposto per la società nipponica sia dallo straniero sperduto nel paese inospitale. «Non sono mai stato affascinato dal Giappone – racconta il regista Guillaume Senez -. Ci sono andato con Romain Duris per la promozione del mio film precedente. Alcuni immigrati ci hanno raccontato per caso le storie di genitori che devono lottare per vedere i propri figli dopo essersi separati dal coniuge giapponese: colpiti e commossi, abbiamo capito che poteva essere il soggetto del nostro prossimo film». [...] L’occhio del regista perlustra Tokyo con passo, come detto, non retorico, laddove lo sfondo ultramoderno e luccicante non è mai il punto, anzi viene smitizzato attraverso alcuni dettagli come gli ubriachi raccolti in taxi a fine serata. Il nocciolo della questione resta tutto nel tema; come il precedente Le nostre battaglie sollevava la questione del lavoro operaio, intrecciato alla vita intima, stavolta affidandosi allo stesso corpo d’attore viene inscenata la condanna del genitore, la complessità della separazione davanti alla norma ingiusta. Un paragone lontano ma possibile?”
Emanuele Di Nicola, CineCriticaWeb

“Strepitosa interpretazione, quella di Romain Duris, nel dar vita a un personaggio integrato solo «in superficie», ma in realtà gaijin a vita, apparentemente posato, come gli abitanti della città di cui è perennemente ospite indesiderato, ma in realtà straripante di rabbia e di passione per questa figlia venuta a mancare al suo abbraccio da quasi dieci anni. Uno chef che si è messo a fare il tassista nella testarda speranza di un incontro improbabile. In tempi di entusiasmo imperante e a volte indiscriminato per tutto ciò che arriva dal Giappone, il film di Senez, pur non essendo certo anti-nipponico, non esita però a denunciare una raggelante ingiustizia sociale di cui probabilmente pochissimi, tra il pubblico, sono a conoscenza. Dunque un film «impegnato», sì, ma umanissimo, che non rinuncia al ritratto vitale e sofferto degli individui e capace di usare all’occorrenza umorismo e ironia, non tanto per alleggerire la tensione, quanto per sottolineare il contrasto schiacciante con certe norme e usi che di umano non hanno nulla.”
Vittorio Renzi, Quinlan.it

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