
Bologna Estate racconta #9
Intervista a Chiara Affronte (Frida nel Parco) e Marco Pignatiello (Montagnola Republic)
Musica, libri, danza e tanta voglia di stare insieme per l’estate in Montagnola
Montagnola Republic e Frida nel Parco sono due rassegne continuative che rientrano nel cartellone di Bologna Estate e che rendono il Parco della Montagnola un grande laboratorio culturale e comunitario a cielo aperto, interpretando in modo complementare lo spazio dello storico giardino cittadino. Ne parliamo con Chiara Affronte, socia di Frida Project, soggetto che gestisce Frida nel Parco, e Marco Pignatiello, Responsabile Cultura Arci Bologna per Montagnola Republic.
Cosa vi ha mossi a scommettere su questo spazio e che tipologia di eventi proponete per l’estate?
C: Frida è nata sei anni fa da un gruppo di persone che frequentavano il parco, anche nelle sue fasi più difficili, e che volevano fortemente un luogo che fosse presidio di socialità e di cultura. Sei anni fa non avremmo mai immaginato che Frida potesse diventare quello che rappresenta oggi per il quartiere e per la città: un luogo aperto – oggi tutto l’anno – che offre un programma musicale di qualità con artisti locali della scena underground e uno sguardo all’innovazione internazionale. Un investimento molto grande, quello per la cultura, al 95% proveniente dagli incassi. Ma la magia di Frida, che insieme alla musica offre presentazioni di libri e spettacoli di danza, è frutto in buona parte delle sinergie nate dal basso, con la gente che la frequenta e che non vede Frida come un semplice bar con la programmazione di un club, ma qualcosa che è anche un po’ loro. Era questo, effettivamente, l’obiettivo che più ci interessava raggiungere ed è accaduto.
M: La Montagnola è uno dei giardini pubblici più antichi e affascinanti di Bologna, un luogo ricco di potenzialità ancora tutte da esprimere e scoprire. Crediamo che la sua funzione naturale di accesso alla città e di luogo di ritrovo nel verde, lo renda il luogo ideale dove sperimentare nuove pratiche culturali e nuovi modi di stare insieme. Montagnola Republic nasce proprio dal desiderio di rendere il parco un presidio culturale accessibile e inclusivo, anche in risposta ad una narrazione del parco spesso distorta. Per l’estate 2025 abbiamo costruito una rassegna che intreccia concerti, teatro, laboratori, incontri e presentazioni di libri. Il tutto con un filo conduttore musicale che attraversa i generi contemporanei, con una programmazione curata dai Circoli Arci Millenium e Arcadia con la direzione artistica di Amedeo Sole.
In che modo queste rassegne si inseriscono nel più ampio progetto di rigenerazione del Parco della Montagnola e quali i valori che guidano la programmazione culturale estiva?
C: La programmazione di Frida è aperta ai generi più diversi e alle esperienze più svariate così come è aperta ad un pubblico estremamente eterogeneo. Frida accoglie nel rispetto delle diversità. Frida è diventata nel tempo un crocevia di esperienze, generazioni, culture e linguaggi. Un presidio relazionale che costruisce comunità attraverso una programmazione eterogenea e partecipata: dalla musica elettronica al jazz, dalla world music alla classica, dai tornei di scacchi alle cene condivise. È un luogo che dimostra anche di avere un ruolo politico ad ampio raggio - intendendo la politica come agire sociale - sostenendo ed ospitando iniziative inclusive, che abbiano impatto positivo sulla società, sulle relazioni e sull’ambiente.
M: Montagnola Republic è parte di un percorso decennale di rigenerazione a base culturale che Arci Bologna porta avanti insieme ai circoli della propria rete e ad altre realtà culturali attive nel Parco e in città. Per noi agire nello spazio pubblico significa abitare i luoghi con cura mettendo attenzione alle relazioni e alle reti, cercando di generare nuovi immaginari e dando spazio alle nuove scene artistiche. Montagnola Republic non è un semplice insieme di eventi ma uno spazio di possibilità e partecipazione, un luogo che vogliamo accogliente e sicuro per tutte e tutti. Ma per noi non è uno spazio neutro: Montagnola Republic è una rassegna antifascista, antirazzista, antisessista e quest’anno abbiamo lanciato un forte segnale di rifiuto delle guerre e del genocidio a Gaza.
Che tipo di pubblico popola le vostre rassegne e come avete visto trasformarsi nel tempo questo spazio?
C: Il pubblico di Frida è assolutamente trasversale. Essendo aperto fin dal mattino alle 8.30 si è costruita nel tempo una frequentazione varia di persone di tutte le età, dalle famiglie ai giovani universitari, fino al pubblico più adulto ma anche agli anziani che, incuriositi da alcuni generi musicali proposti, capita arrivino da Frida anche la sera, ad esempio nel caso delle serate di flamenco, oltre che alla domenica mattina per la musica classica. Anche i nostri baristi sono quasi tutti artisti che alternano le due attività nella loro vita. Ma, come dicevo, molta della magia di Frida arriva dalle persone che la frequentano. È così che è nato uno dei tornei di scacchi più importanti della città, grazie ad un’idea di ragazzi e ragazze che hanno iniziato incontrandosi da Frida a giocare e dallo scorso anno anche con il ping pong. Nell’ambito di un patto di collaborazione, lo scorso anno è stato acquistato un tavolo dalla Fondazione IU Rusconi Ghigi, dato in gestione a Frida per la fruizione pubblica. Oggi i quasi 200 giocatori e giocatrici si auto-organizzano per l’uso degli spazi con la collaborazione dei baristi, hanno lanciato un crowdfunding e arriverà un secondo tavolo. Sono iniziative che ci riempiono di gratitudine verso le persone. Così come il book crossing attivo dallo scorso anno, a fianco dell’area bimbi dove svetta la Montagnola beast, disegnata da Stefano Marchesini (Appelles Tatoo) e Karin Andersen, con il supporto di Lulu Zuccatosta, creatura che mette insieme i tratti degli animali mitologici della fontana del parco e che sta lì a proteggere i suoi avventori.
M: Il pubblico di Montagnola Republic è sempre più trasversale e intergenerazionale, con una predominanza giovanile nella fascia serale/notturna. In questi anni il Parco è cambiato tanto, è diventato sempre più un’ecosistema culturale che ha preso vita all’ombra dei platani: non possiamo non citare il ruolo centrale che ha per noi la ex Casa del Custode, che è un luogo di produzione artistica contemporanea, abitato da realtà come Canicola, Maple Death Records e Asap. Così come crediamo sia diventata sempre più centrale la sinergia con Frida e FreeMontagnola. E chiaramente la grande novità di quest’anno è Filla, un’ulteriore occasione per rendere il Parco ancora più vissuto, specie nei mesi più freddi.
In che modo le vostre rassegne si intrecciano al Piano della Notte, portando con sé un’idea di vita notturna che è al tempo stesso cultura, socialità e sicurezza?
C: Senz’altro il Piano della notte aiuta a trasmettere un’idea di sicurezza diffusa e di connubio tra vita notturna e socialità pura.
M: La cultura è evidentemente il nostro modo di abitare la notte creando opportunità di ritrovo e di socialità e crediamo sia tangibile la differenza di percezione che si ha del Parco grazie al nostro lavoro. Il nostro obiettivo è quello che tutte e tutti possano sentirsi cittadini e cittadine di Montagnola Republic e Il Piano della Notte, entrato in vigore lo scorso anno, ci ha aiutato a creare nuove forme di presidio del territorio grazie all’introduzione degli Street Host e degli Street Tutor e rendendo il Parco aperto 24 ore su 24.
Dalla world music alla classica nel parco, qual è il filo rosso che lega attività e generi così diversi tra loro in un’unica cornice come Frida? Qualche anticipazione sui prossimi appuntamenti?
C: Il sentimento di appartenenza è senz’altro uno dei punti di forza di Frida. È questo ciò che tiene insieme attività così diverse tra loro, che coprono un arco di giornata molto lungo. Ed è un’atmosfera che avvertono, arrivando da fuori, anche gli artisti internazionali, abituati a palchi molto più grandi di quello di Frida, penso al recente concerto di Ian Svenonius, ma anche a Mad Professor, che arriverà a settembre, Andy Smith, Lydia Lunch. Stessa cosa per il pubblico proveniente dall’estero che recensisce Frida come un posto del cuore all’interno del parco della Montagnola. Interessanti, per la seconda parte dell’estate, i progetti di Six organs of admittance (Usa), Jimi Tenor (Finlandia), Metamkine (Francia) e il nuovo progetto di Reda Zine.
Molti dei nomi coinvolti arrivano da esperienze storiche della città (Link, TPO, Locomotiv, ecc.). Che tipo di rete si è costruita attorno a Frida?
C: La programmazione - prevalentemente nelle mani di Enrico Croci e Alberto Rodriguez - è frutto del connubio tra l’esperienza decennale di chi ha operato in spazi storici della città come l’isola del Kantiere, il vecchio Link, il Tpo fino ai più recenti Locomotiv e Freakout, e lo sguardo all’attualità e alla contaminazione dei vari generi musicali che vanno dal rock, all’elettronica, al reggae, la dub e il jazz in tutte le loro forme di espressione, con un particolare occhio alla scena locale e regionale sempre ricca di artisti interessanti, ma allargando lo sguardo anche ad artisti internazionali di grande spessore. A questa offerta si è aggiunta quella più specifica di chi, da musicista, ha attraversato le manifestazioni più raffinate ed eleganti della cosiddetta “musica del mondo”, che va dal rebetiko al flamenco, dalla samba alle sonorità del Magreb e dell’Africa centrale, alla musica etnica più colta, costruendo una programmazione che ospita artisti di punta di questi generi musicali, anch’essi contaminati. Non ultima, ma fiore all’occhiello, perché per la prima volta offerta in città, la musica classica nel parco, suonata e cantata da allievi ed allieve del Conservatorio Martini. Tra i festival più importanti ricorderei quello organizzato dalla Maple death records, di grande richiamo. Ma anche quello brasiliano che quest’anno ha portato artisti internazionali in città. Frida Books, poi, è un’inziativa dedicata alle presentazioni di libri che fin dall’apertura dell’attività realizziamo con Libreria Ubik Irnerio.
Marco Pignatiello, quali sono le novità della programmazione estiva di Montagnola Republic e quali i prossimi appuntamenti in programma?
M: Quest’anno abbiamo arricchito Montagnola Republic con nuove rassegne che ampliano lo spettro delle attività culturali proposte nel parco. Una delle principali novità è Book Republic, realizzata in collaborazione con la Libreria Sette Volpi: una serie di incontri pomeridiani dedicati ai libri, pensati per creare un ponte tra letteratura e spazio pubblico. A questo si affiancano i talk con il podcast Patatine Fritte, appuntamento dedicato al racconto del presente attraverso voci fresche e punti di vista inediti. Altra novità la collaborazione con il Link 2.0 che ha portato i live set di elettronica con il format Link Academy Radio. Accanto alle novità, ritornano anche rassegne ormai consolidate: Sghetto Republic, curata dal Circolo Sghetto; Morbido, con il format #montagnolakids ogni venerdì dedicato ai più piccoli; Global Republic, con concerti che portano nel parco sonorità dal mondo.
La musica ha un ruolo centrale nella vostra rassegna, parlaci della vostra line up.
M: La programmazione musicale è il cuore di Montagnola Republic. La linea è chiara: esplorazione dei generi, alternanza tra artisti affermati e nuovi talenti, ospiti locali e internazionali, attenzione a una proposta culturale inclusiva e rappresentativa. Quest’anno abbiamo avuto appuntamenti che non potremo mai dimenticare, a partire dal dj set degli irlandesi Fontaines D.C. E non possiamo non citare il live set di Godblesscomputers a conclusione del Bologna Pride, e una presenza costante di cantautorato femminile con artistə come Giulia Mei, Giorgieness e Lamante. O il live di Coca Puma alla Festa dei Circoli Arci. Altri ospiti già passati: Ghemon, Cristiano Godano, Queen of Saba. E tra quelli in arrivo e che segnaliamo: Anna Carol il 30 luglio e Erica Mou il 19 settembre.
Silvia Santachiara per Bologna Estate

Photo credits Alessandro Abbasciano

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