copertina di 1997: fuga da New York
20 luglio 2023, 21:45
@ Piazza Maggiore

1997: fuga da New York

(Escape from New York, GB-USA/1981) di John Carpenter (99')

Regia: John Carpenter. Sceneggiatura: John Carpenter, Nick Castle. Fotografia: Dean Cundey. Montaggio: Todd Ramsay. Scenografia: Joe Alves. Musica: John Carpenter, Alan Howarth. Interpreti: Kurt Russell (Snake Plissken), Lee Van Cleef (Hauk), Ernest Borgnine (tassista), Donald Pleasence (Presidente), Isaac Hayes (il Duca), Season Hubley (ragazza al Chock Full O’Nuts), Harry Dean Stanton (Brain), Adrienne Barbeau (Maggie). Produzione: Larry Franco, Debra Hill per Avco Embassy Pictures, International Film Investors, Goldcrest Films International. Durata: 99’
Copia proveniente da StudioCanal


L’idea mi era venuta da un libro di fantascienza. Credo che si intitolasse Planet of the Damned. È un libro di Harry Harrison. La trama è diversa, ma l’idea ruotava intorno a un eroe che viene costretto ad andare su un pianeta da cui nessuno torna. È il posto più perfido di tutto l’universo. Questo era lo scenario. Mi era piaciuto molto, e così mi sono chiesto se era possibile farne un film. E ho pensato a New York come a una prigione, per ovvie ragioni, vista l’epoca. Erano gli anni Settanta. C’era stato, qualche anno prima, un caso famoso in cui una ragazza era stata uccisa ed erano rimasti tutti indifferenti. Il tasso di criminalità aveva cominciato ad aumentare... Mi sembrava uno spunto interessante per un film sul futuro. Così ho preso lo stesso personaggio di Distretto 13, Napoleon Wilson, l’ho cambiato appena un po’ e l’ho spedito in missione a New York con le ore letteralmente contate. Ha funzionato.


John Carpenter


Insieme a Blade Runner è il film che ha contrassegnato l’immaginario futuribile urbano negli anni Ottanta. Accusato di aver scelto una data troppo vicina al presente, Carpenter ha voluto dimostrare che cosa erano ‘già’ diventati gli Usa del dopo-Vietnam. New York come prigione, la nazione completamente militarizzata, il buio della notte come unico panorama possibile. A differenza del film di Ridley Scott, vero e proprio trattato di architettura e visibilità, Fuga da New York non perde nemmeno un minuto nell’approfondimento dei propri temi iconografici, lascia da parte la simbologia religiosa, e tira dritto verso il cinema virile d’avventura. […]
A Carpenter interessa prima di tutto scontornare personaggi credibili e rocciosi, insinuare nell’intrattenimento il tema scottante della critica politica, e omaggiare su sfondi originali il cinema classico che gli è servito da modello. Il regista ha trovato in Kurt Russell un’icona credibilissima. Muscoloso, bendato, anarchico e bellicoso, Jena (ma Snake nell’originale) diventa l’eroe preferito per migliaia di fan. Le scenografie di Joe Alves (coadiuvato dal giovane James Cameron!), attentamente sorvegliate dal regista, fanno il resto: New York viene rappresentata come un luogo post-atomico, un’architettura di rovine che sembra aver inghiottito ogni residuo organico. […]
I pionieri americani non c’entrano più nulla, anzi la struttura western del film diventa per questo motivo ancor più beffarda. È stata giustamente notata la parentela tra Jena e i personaggi leoniani interpretati da Clint Eastwood, impastati di un eroismo nichilista proveniente dalle azioni e dalla ‘scorza’ più che dalla tensione etica. 1997: Fuga da New York, insomma, è uno di quei film destinati a entrare nell’immaginario generale senza bisogno di budget miliardari.


Roy Menarini