
People: la rassegna estiva al Treno della Barca
Bologna Estate racconta #10 - Intervista ad Alessandro Gallo
Chi l’ha detto che per godere dell’estate in città bisogna per forza andare in centro? Quest’anno anche Piazza Giovanni XXIII e i portici del Treno della Barca, già sotto i riflettori per la recente nomina a patrimonio Unesco, hanno visto nascere un nuovo centro culturale che ha ospitato contest, maratone cinematografiche, letture e live painting a ritmo di musica.
Stiamo parlando della rassegna People curata da Caracò, associazione culturale che si occupa di editoria tradizionale e multimediale, formazione e teatro “mettendo l’accento sulle storie”, come recita la descrizione del loro profilo Instagram.
La rassegna estiva quest’anno è diventata qualcosa di più grande e strutturato, cambiando nome e arricchendosi di nuovi contenuti, grazie alla collaborazione delle tante anime che abitano il Treno, da anni luogo di accoglienza e integrazione multiculturale.
Il simbolo del quartiere Borgo Panigale-Reno progettato dall’architetto Giuseppe Vaccaro, infatti, ha visto arrivare a gennaio sette nuove attività professionali legate all’arte, alla cultura e alla creatività che hanno preso spazio nei locali di proprietà ACER assegnati dal Comune di Bologna tramite bando. Insieme, in questi mesi, hanno lavorato per costruire una vera e propria “comunità nella comunità” mettendo in sinergia le loro risorse e cercando di sviluppare attività inedite nel quartiere, attraverso appuntamenti, corsi e iniziative che hanno trovato il loro culmine in questa rassegna.
In occasione dell’evento di chiusura di People, abbiamo raggiunto il direttore artistico Alessandro Gallo, di Caracò, che ci ha raccontato com’è andata.
People ha coinvolto varie realtà che hanno trovato casa al Treno della Barca, quali sono? Come avete lavorato insieme?
La rassegna è stata curata al fianco delle associazioni Hayat, RadioCap, Associazione Ramo D’Oro, Sayonara, Housatonic e lo Spazio Salto. Con RadioCap abbiamo già in passato ideato e condotto rassegne sia alla Barca che in altri luoghi della città, con le altre realtà ci siamo incontrati grazie all’assegnazione degli spazi al Treno.
La rassegna è il risultato di un percorso che si è sviluppato negli scorsi mesi con attività che avete svolto nei nuovi spazi che avete preso in gestione, ce lo racconti?
La rassegna, che si chiamava “Per terra e per mare”, è già attiva da circa tre anni ma era un piccolo contenitore curato assieme ai ragazzi di RadioCap, ospitavamo eventi leggeri, come reading, balli, laboratori per bambini, mentre, grazie ai percorsi per l’assegnazione degli spazi, ai laboratori e al continuo dialogare con le realtà vicine, abbiamo deciso di ideare un contenitore più articolato ospitando eventi più complessi e che potessero parlare a tutte le fasce d’età.
“People”, perché questo titolo?
Perché al centro abbiamo messo il cittadino: nelle scelte artistiche come anche in quelle organizzative: la piazza, come il portico del treno sono luoghi vissuti a 360 gradi dai residenti e noi li abbiamo, piacevolmente, occupati.
La rassegna ha spaziato dal cinema al teatro, dalla letteratura al live painting, come si sono sviluppati gli eventi? Ce li racconti?
Abbiamo aperto la rassegna con il 50h in Barca ideato da Sayonara. Decine di gruppi si sono sfidati in un contest cinematografico che è riuscito a portare al Treno centinaia di persone, da tutta Bologna e non solo: anche in altre Regioni come il Veneto, la Toscana. Il cinema fa bene, per chi lo fa e lo vede, e posso confermare che la serata è stata magica con decine di famiglie sedute in prima fila a seguire con curiosità i corti finalisti. Ci piacerebbe per il futuro proporre qualcosa di più articolato, forse un piccolo e trasportabile cinema in piazza.
A seguire assieme a RadioCap abbiamo ospitato quel folle di Johnny Faina e il suo Villamara Drive-in. Uno spettacolo che era un podcast live seguito da migliaia di utenti sulle piattaforme e che ha portato centinaia di persone. Non avevamo mai visto così tanta gente in quell’angolo di piazza.
Con le ragazze di Hayat abbiamo portato, sempre in piazza, il mondo arabo con lo spettacolo LHAL: grido di una generazione in trance.
E infine doppio appuntamento allo Spazio Salto al fianco di Housatonic e Associazione Ramo D’Oro con il live painting.
C’è stata partecipazione? Che risposta avete avuto dai cittadini e cittadine che abitano il quartiere?
Abbiamo avuto moltissima partecipazione e credo sia merito anche della nostra presenza quotidiana negli spazi. Siamo convinti che se riuscissimo a dare più continuità agli eventi, investendo più tempo e vivendo di più la piazza, potremmo avvicinare anche nuovi spettatori da altri quartieri.
Dalla vostra esperienza, che ruolo ha l’arte in un quartiere come quello della Barca? Cosa significa portare attività ed eventi in queste zone più marginali della città?
Siamo un presidio culturale e ciò rende più sicuro anche l’angolo più buio di una piazza o di una strada.
Ora che la rassegna è finita, avete altri progetti in vista? Ci puoi anticipare qualcosa?
Tutte noi associazioni da settembre avvieremo piccole rassegne o eventi singoli nei nostri spazi interni, sarà occasione per ritrovarsi e progettare qualcosa assieme di più strutturale.
C’è un aneddoto relativo agli appuntamenti che ci vuoi raccontare?
La prima sera, durante il 50h in Barca, è stata premiata come attrice una residente al Treno. Quando hanno annunciato il suo nome la piazza è scoppiata. Era emozionata, lo eravamo tutti noi. Quel premio credo sia stato importante non solo per lei ma per l’intera comunità che si è sentita protagonista di una bella storia e si sa che le belle storie portano sorrisi.
Giulia Fini, per Bologna Estate

