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Dalla world music al teatro dialettale

Bologna Estate racconta #9 - Intervista a Lele Roveri

Uno spazio rigenerato che ha fatto riscoprire al quartiere il senso della comunità. È piazza Lucio Dalla che, per il secondo anno consecutivo, ospita DiMondi: un Festival lungo tutta l’estate per offrire alla città, fino a ottobre, concerti, incontri, conversazioni, presentazioni in una sorta di catalogo sonoro “dal vivo”.

Tutti gli eventi sono rigorosamente a ingresso gratuito e spaziano dagli appuntamenti della rassegna Suoni Di Mondi con i live di grandi star della musica che arrivano da ogni angolo del globo ai tradizionali spettacoli di teatro dialettale a cura della varie compagnie dialettali che fanno parte della nostra cultura popolare locale. Ma anche pratiche di yoga nel tardo pomeriggio, laboratori di danza, scacchi e tanto altro.

Insomma, durante l’estate piazza Lucio Dalla diventa un luogo di ritrovo che viene vissuto per tutta la giornata, da tutte le generazioni.

Ne abbiamo parlato con Lele Roveri di Estragon, che cura la programmazione del Festival.

 

La prima edizione nel 2022 ha registrato oltre 100.000 presenze dal giorno dell’inaugurazione, rendendo questa piazza un luogo di ritrovo per tutta la comunità durante la stagione estiva, quest’anno come sta andando?

Come presenze siamo più o meno in linea con lo scorso anno, tenuto conto peraltro che gli appuntamenti musicali più importanti saranno tutti da luglio in avanti, quindi supereremo sicuramente le 100.000 presenze dello scorso anno.

 

Il Festival porta a Bologna suoni “globali” e racconti “locali”, perché avete deciso per questo mix?

La scelta di un programma incentrato sulla world music sta alla base del progetto complessivo, abbiamo immaginato piazza Lucio Dalla come il cuore pulsante della città, un luogo di incontro tra “vecchi” e “nuovi” cittadini bolognesi, che parli il linguaggio universale della musica di tutte le comunità presenti in città. Una piazza aperta appunto dove le sonorità di tutto il mondo si incontrano con le esperienze locali, fino addirittura al dialetto bolognese.

 

La rassegna spazia dalla danza dei giovani di Hip Hop Generation, ai pomeriggi dedicati agli scacchi, dal teatro dialettale alle pratiche yoga, passando per il jazz e grandi nomi della musica internazionale. Questo significa pubblici molto differenziati che rendono piazza Lucio Dalla un luogo di incrocio e scambio tra mondi diversi. Chi è che la frequenta?

La piazza è stata concepita come tale, quindi come ogni altra piazza della città, un luogo di ritrovo e allo stesso tempo di passaggio, dove però ad ogni ora del giorno o della sera “accade” qualcosa, per questo il programma complessivo è eterogeneo e ha al proprio interno decine di sfaccettature, dalla musica agli incontri, dal teatro allo sport, alle innumerevoli iniziative che vengono proposte delle associazioni del territorio. Ed il risultato è incredibile, un pubblico totalmente eterogeneo per età e provenienza.

 

La rassegna è stata inaugurata con la band americana The Toasters, una vera leggenda dello ska mondiale. È solo il primo di una lunga serie di artisti internazionali che si esibiranno a DiMondi. Secondo te, che valore aggiunto ha per queste band che hanno fatto il giro del mondo, suonare su questo palco?

Il programma è pieno di vere e proprie leggende della musica internazionale, si legge world music ma si traduce con tutto ciò che fa riferimento alle origini della musica, quindi dallo ska e dal rock steady jamaicano, al son cubano, alla musica subsahariana influenzata dal blues internazionale. Io credo che si possa definire questa rassegna come la più importante in Italia in termini di quantità e qualità di appuntamenti “world”. Da questo punto di vista il pubblico italiano non è ancora così interessato a questa scena musicale come il resto d’Europa, ma è proprio attraverso queste rassegne che si educa il pubblico a nuove sonorità. La risposta è soddisfacente, e sono proprio gli artisti a riconoscerlo ringraziandoci per aver avuto la possibilità di suonare, finalmente, anche in Italia in una rassegna con una line up di livello internazionale.

 

Qual è stato l’evento più emozionante finora? E perché?

Lo scorso anno sicuramente il concerto di Gypsies of Rajastan, non tanto per il valore della band o il numero di partecipanti, ma quanto per la presenza di tutta la comunità indiana della città, è stato il primo segnale che stavamo lavorando sulla strada giusta ed anche una comunità come quella indiana, se stimolata, diventa parte integrante della piazza. Questa è la sfida, portare tutte le comunità in piazza Lucio Dalla, e ogni volta che l’appuntamento funziona è una incredibile emozione. E lo sarà ogni volta anche quest'anno.

 

Ancora il calendario completo degli appuntamenti non è reso noto, puoi darci qualche anticipazione su qualche evento che ci aspetta durante l’estate? Quali secondo te quelli da non perdere, e perché?
La programmazione proseguirà fino all’8 ottobre, sono già più di 30 i concerti internazionali fissati, ma non ci fermiamo qui, abbiamo ancora qualche sorpresa, ancora top secret, l’idea è quella di fare esibire un artista internazionale molto famoso. Intanto ci godiamo, soprattutto in luglio e agosto, una serie di nomi importantissimi, alcuni imperdibili: il cubano Eliades Ochoa, lo spagnolo Muchachito, la brasiliana Bia Ferreira e la portoricana ILE. Cito questi quattro perché saranno l’apice di questa programmazione, ma ogni sera avrà una sua storia e una propria rilevanza.

 

Giulia Fini, per Bologna Estate 10.07.2023