
Bolle d’arte in Piazza dei Colori
Bologna Estate racconta #11 - Intervista a Mariagrazia Bazzicalupo
Bolle d’arte in Piazza dei Colori è una rassegna di eventi culturali gratuiti con tante attività per bambini, famiglie, ragazzi e adulti. Laboratori di arti circensi ma anche artistici e creativi, workshop, market, contest di street art, musica dal vivo e dj-set. Ma non solo, anche festival multidisciplinari di teatro e circo come “Bollicine”, ma anche di arte cinematografica come “Scene di Periferia”, dove i partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscere i luoghi della periferia attraverso il linguaggio del cinema e “Fuori dagli / Sche(r)mi / di Periferia”, festival di teatro di ricerca e arti cinematografiche, con spettacoli, laboratori, talk e incontri.
Oltre agli appuntamenti in programma, ogni venerdì e sabato dalle 18 trovate Food&Friends: aperitivo, musica, laboratori e molto altro.
Un cartellone, che continuerà fino al 26 settembre, organizzato dalle realtà sociali e comunitarie della piazza: Compagnia Legàmi, Circo Sotto Sopra, Zero51 Bonlieue, Teatro Ebasko, Teatrino a Due Pollici, Dadamà, Combo. Sostengono e promuovono il progetto le realtà di Mattei Martelli, la Casa di Quartiere Croce del Biacco, il servizio Promotori della Salute di Piazza dei Colori.
Abbiamo raggiunto Mariagrazia Bazzicalupo, presidente di APS Artelego, direttrice artistica della scuola Circo Sotto Sopra e regista della Compagnia Legàmi, per farci raccontare qualcosa di più.
Qual è il filo rosso che lega le tante attività?
Il desiderio di portare in strada il nostro lavoro artistico, creativo, sociale. Un lavoro portato avanti attraverso delle proposte culturali costruite a partire dai bisogni dei cittadini e con un linguaggio coinvolgente che possa emozionare ma anche far riflettere adulti e bambini: persone di ogni cultura, lingua, etnia nell’ottica di una riqualificazione della zona attraverso un approccio di teatro politico brechtiano.
La piazza pedonale più grande di Bologna si è trasformata in un luogo tutto da vivere e colorare. Qual è il vostro obiettivo?
Noi siamo attivi sulla piazza da fine 2019 e l’obiettivo che abbiamo sempre avuto è stato quello di trasformarla in un luogo di Comunità attraverso il teatro, ritornando a come era vissuta negli anni 80, quando il progetto architettonico originale aveva ancora un senso e la piazza era un vero e proprio villaggio. Proprio per la sua architettura particolare abbiamo sempre pensato a questo luogo come un “teatro a cielo aperto” bellissimo e pieno di potenzialità, e siamo sempre più convinti che possa trasformarsi in un polo culturale off di Bologna, riconosciuto e riconoscibile. Inoltre attraverso i progetti di circo sociale, sostenuti dalle fondazioni ed Istituzioni, stiamo affiancando i promotori della salute nel supporto ad un’educazione sana dei bambini e dei ragazzi che spesso appartengono a famiglie in grave disagio sia economico che sociale. Negli anni la piazza ha vissuto due trasformazioni: la prima da villaggio popolare a ghetto (con una visione distorta da parte dell’esterno); ora siamo nella seconda transizione, con l’impegno delle associazioni che hanno avuto in gestione gli ex negozi dei piani terra e che lavorano quotidianamente per modificare la visione della Piazza. In questo territorio convivono diverse e variegate realtà culturali e sociali, stiamo lavorando in rete con loro grazie allo strumento del tavolo di Progettazione Partecipata del Quartiere: un operato quotidiano, non sempre semplice, ma certamente efficace per sentirsi Comunità.
Una rassegna per tutti e per tutte le età, trasversale alle generazioni e varia nelle proposte. Perché questa scelta e cosa pensate significhi aver portato una rassegna di questo tipo in questo luogo?
L’idea è stata quella di partire dalle nuove generazioni, affinché siano loro il seme del cambiamento ma sempre in un contesto dove fosse la famiglia al centro. A noi non piace l’idea di separare il pubblico e anche quando portiamo in scena la Piccola Compagnia Sotto Sopra, che è dedicata ai più piccoli, i temi affrontati sono sempre adatti anche ad una ricezione più matura da parte del pubblico adulto. Infatti il processo di fidelizzazione è partito dal basso, sono stati i bambini i primi a scendere in piazza a fare il circo con noi, poi sono arrivate le madri ed infine gli uomini.
Gli abitanti della piazza hanno potuto sperimentare in queste quattro edizioni del festival “Fuori dagli sche(r)mi “ una percezione diversa del luogo in cui ogni giorno trascorrono le loro vite: la bellezza, l’energia, i colori, la musica e la presenza di tanti artisti che si sono innamorati subito della piazza. È stata molto emozionante la parata del 21 luglio con il Teatro Due Mondi che ha visto grandi e piccini ballare, cantare e divertirsi come in una sorta di magia che ha collegato tutti emotivamente facendo riemergere le radici culturali di ognuno di loro.
Avete organizzato un vero e proprio festival di teatro e circo dedicato ai più piccoli, a cura di Circo Sotto Sopra e Compagnia LegÀmi, ma anche laboratori di arti circensi per bambini. In cosa consistono e perchè è così importante sviluppare queste abilità?
Il circo educativo e sociale come diceva Paolo Freire ha la potenza educativa di seminare nei bambini e nei ragazzi che vivono le periferie e quindi contesti di emarginazione il pensiero costruttivo che il loro futuro possa essere migliore, stimolando in loro la fiducia in se stessi, l’autostima, la voglia di uscire fuori dal “ghetto”. Il nostro compito è quello di attivare attraverso percorsi specifici competenze tecniche e capacità performative che possano aiutarli a scoprire chi sono e quali siano i loro desideri, tenendoli lontani dai vizi che spesso in strada arrivano ad attecchire ben presto, anche nella fascia 12-13 anni.
Attraverso le arti circensi (acrobatica, equilibrismo, giocoleria, clownerie) insegnamo la disciplina, la perseveranza, ma anche la gioia di stare insieme a ballare, a ridere e a mettersi in gioco in un melting pot di culture e nell’ottica dell’integrazione sia per fasce di età che di provenienza sociale: i nostri percorsi, che realizziamo in piazza, sono aperti e gratuiti per bambini della nostra Scuola di Circo e di tutta la cittadinanza
È stata realizzata anche la quarta edizione del Festival Fuori dagli /Sche(r)mi/ di Periferia: teatro di ricerca e di strada, danza contemporanea e cinema d’autore per riflettere sul tema dell’attesa. Avete portato storie personali ed esperienze collettive. Cosa è emerso?
Questa quarta edizione ha trattato il tema dell’attesa come bolla temporale, sospensione dal quotidiano, spazio protetto in cui poter attivare percorsi di rinascita, dinamiche costruttive in cui disegnare un futuro più vicino ai nostri sogni.
È emerso dagli spettacoli una necessità viscerale di tornare a ciò che è antropologicamente definito come primitivo: il contatto, le relazioni autentiche, la sospensione dei pregiudizi guardando la realtà non con l’intelletto ma con gli occhi del cuore, spazzando via le zone comfort e aprendosi al mondo. Le storie personali - come la mia in cui narro della mia maternità come rivoluzione interiore e fase dura, faticosa, liminale in cui sono riaffiorati traumi del passato che però finalmente ho affrontato e forse superato - sono state delle “mine” per il pubblico che si è scosso davanti all’emotività dell’attore e ha portato a casa un’esperienza catartica condivisa tra platea e palco. Le proiezioni curate da Zero51 Bonlieue hanno portato inoltre la tematica della città e della periferia, come luogo di costruzione positiva.
Una programmazione condivisa tra diverse realtà del territorio. Come avete lavorato insieme e qual è la visione che vi accomuna?
Una visione utopica ma anche intrisa di sforzi quotidiani in cui il lavoro di rete delle associazioni possa portare sul territorio una continuità e una presenza attiva che sia non solo fautrice di proposte culturali ma anche di un miglioramento della vita sociale e relazionale degli abitanti.
Il processo è stato faticoso perché c’è stato bisogno di smussare le aspettative di ogni associazione per poi improntare una progettazione comune che potesse abbracciare tutti i bisogni emersi della popolazione, ma anche portare alla realizzazione di una rassegna culturale di qualità e innovativa. All’interno del Festival di luglio abbiamo lavorato insieme a Zero51Bonlieue e Dadamà, con la collaborazione della cooperativa Combo; a settembre la direzione sarà di Teatro Ebasko e Teatrino a Due Pollici. Siamo tutte realtà che hanno sede in piazza, conoscono gli abitanti, condividono sfide e piccole gioie. Crediamo che la direzione giusta sia questa, continuare a collaborare insieme, cercando sempre più sostegno da parte di enti e Istituzioni in grado di credere al cambiamento attraverso la cultura e alla bellezza della condivisione.
Bolle d’arte in piazza dei colori continuerà fino al 26 settembre. Qualche anticipazione e quali i prossimi appuntamenti in programma?
Ci saranno diverse iniziative: mercoledì 26 luglio Dadamà organizzerà in collaborazione con VideofashionTv una serata di beneficenza per gli alluvionati, con canti e musica dal vivo e raccolta beni.
Durante l’estate nei mesi di luglio e agosto verrà mantenuto il presidio di convivio sociale “Food&Friends”, con una zona ristoro aperta venerdì e sabato sera, e un’attenzione particolare ai giovani Under 25 della zona, così da mantenere viva ed energica la Piazza in senso positivo.
I venerdì pomeriggio dalle 18 Circo Sotto Sopra continuerà i laboratori gratuiti di arti circensi per tutti i bimbi dai 3 anni e giochi all’aria aperta, e poi a settembre si terrà il Festival Racconti dal Mito e Storie in Miniatura.
La nostra idea è concludere la rassegna con una bella Festa di Fin’Estate, prevista a fine settembre.
In particolare, dal 15 al 17 settembre, ci aspetta il festival Racconti dal Mito e Storie in Miniatura, a cura di Teatrino a Due Pollici, Teatro Ebasko e Compagnia LegÀmi. In cosa consiste?
“Racconti dal mito e Storie in Miniatura” nasce dalla collaborazione di Ebasko e Due Pollici, due realtà affini ma molto diverse tra loro: i primi lavorano sul “macro”, realizzando spettacoli adatti alla strada, con uso di trampoli, mascheroni, narrazioni intrise di epica; Due Pollici invece sono burattinai, legati al mondo “micro” e alle narrazioni popolari, che porteranno come ospiti i teatrini Lambe Lambe, scatole magiche per uno spettatore alla volta.
Dal 15 al 17 settembre ci saranno spettacoli, parate, performance con ospiti speciali da tutta Italia, ma anche un workshop di alta formazione teatrale condiviso con Compagnia Legàmi e il 4° Simposio Internazionale dello YIAS (Young International Art Symposium) di Ebasko, con laboratori trampoli e danza Kathakali.
Silvia Santachiara, per Bologna Estate

