Rimuovere il catenaccio
La smania dell'autodistruzione oltre il campo dell'arte. Da Metzger a Cassano
In questo talk, con Emanuele R. Meschini e Jacopo De Blasio, non si parla di calcio e non si parla di arte. Anzi, questo non è un talk ma è una chiacchiera da bar sul come ci si incatena ad un mito, ad una situazione, ad una persona fino ad esplodere e volare sulla strada dell’autodistruzione o della distruzione. Non c’è uno schema prefissato né ci sono ruoli. L’unico elemento chiave in questo campo è il catenaccio.
Se cercate una definizione, vedrete ben presto che il catenaccio viene definito come lo schema emblematico del calcio attendista. Non a caso, prende le mosse dalla disposizione difensiva del Sistema e si diffonde a partire dagli anni Quaranta, contraddistinguendosi per essere passivo, tutt'altro che propositivo e incentrato sulla conquista del risultato. In un certo senso, il catenaccio rappresenta la staticità della tradizione in antitesi con l'estro del singolo e con il divertimento della collettività.
Al di fuori del campo da gioco, il catenaccio può essere inteso come il rimosso, il legame tossico, l’ostacolo non detto. Eppure, spesso e volentieri il catenaccio sembra essere il solo mezzo necessario per ottenere un risultato tanto agognato, l’unico mezzo per andare avanti. Ma allora, quando è il momento di rimuovere questo catenaccio?
Tra iconoclastia e vandalismo, l'intento è quello di riflettere sulla rimozione di statue, monumenti e simboli di un passato non più condiviso, affrontando una pulsione latente come quella dell'autodistruzione, una smania condivisa da artisti, calciatori e non solo. In tutto questo Antonio Cassano da Bari Vecchia sarà la nostra guida spirituale, il santo laico che con il suo esempio di auto distruttività ci aiuterà a dribblare le strettoie disciplinari e temporali.
Ingresso libero
Prenotazione non richiesta
Sito web di riferimento: http://www.adiacenze.it/