
Bologna Estate racconta #10
Intervista a Roberto Martorelli del Museo Civico del Risorgimento | Certosa di Bologna
Attraversare e vivere il Cimitero monumentale della Certosa con Bologna Estate
Luogo d’eccellenza in cui si custodisce il ricordo, il Cimitero monumentale della Certosa di Bologna è uno scrigno di storie e bellezze artistiche e architettoniche che sempre più si presta ad essere concepito come vero e proprio scenario culturale. Un museo vivente che accoglie eventi, visite guidate, spettacoli e performance, capaci di restituire al pubblico memoria e riflessione.
In questo orizzonte dinamico si inserisce anche il Calendario Estivo di attività che rientra nel cartellone di Bologna Estate: una serie di appuntamenti tra spettacoli notturni, visite tematiche e percorsi al tramonto che trasformano l’architettura funeraria in esperienza culturale aperta a cittadini e turisti.
Per capire quanto questa rassegna sappia unire passato e contemporaneo, arte e partecipazione, abbiamo incontrato Roberto Martorelli, guida e voce storica della Certosa.
La Certosa è un luogo di silenzio, ma anche di mille storie pronte a risvegliarsi in uno straordinario museo a cielo aperto. Come convivono la dimensione sacra e quella performativa all’interno della programmazione?
Le due dimensioni convivono ormai da più di due decenni, dai primi anni duemila, con l’avvio del progetto di valorizzazione del cimitero da parte del Comune di Bologna. Convivono innanzitutto per i contenuti: ogni appuntamento è ispirato al luogo, alle persone sepolte e ad eventi del passato avvenuti qui. Da tempo i Musei Civici del Comune di Bologna, in accordo con il gestore della struttura, Bologna Servizi Cimiteriali, hanno deciso che a cimitero aperto si svolgono solo visite guidate, mentre gli eventi, più impattanti, si svolgono sempre di sera, dopo la chiusura al pubblico.
Quali sono le parole chiave di questa edizione e in che modo avete deciso di declinarle nei diversi appuntamenti in programma?
Ogni anno, come Musei Civici Bologna pubblichiamo un bando per la selezione di progetti per l’estate. Cerchiamo di segnalare diverse tematiche di approfondimento, e quest’anno, oltre alla consueta storia del Lungo Ottocento di Bologna, abbiamo indicato la storia popolare della città, ma le realtà del Terzo Settore sono state invitate a seguire anche il focus Gardens of 80 dell’ASCE - Association of Significant Cemeteries in Europe, in occasione dell’anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. La rassegna ogni anno si rinnova nei contenuti sia perchè partecipano diverse associazioni, sia perché il patrimonio materiale e immateriale conservato nel cimitero è talmente vasto che si trova sempre qualche nuova fonte di ispirazione.
Dai percorsi dedicati alle “disobbedienti” del Lungo Ottocento ai reading sulle “imperdonabili”, quest’anno uno dei fili conduttori è il racconto delle donne fuori dagli schemi. Chi sono e come nasce l’attenzione verso di loro?
E’ una storia lunga, che viene dall’attenzione del Museo civico del Risorgimento a mettere in luce il contributo delle donne nella cultura e nella storia locale e nazionale. Dal 2009, per il sito certosadibologna.it, poi divenuto storiaememoriadibologna.it, tra i primi focus di approfondimento ci siamo dedicati ai salotti femminili dell’800 ed alle biografie di donne bolognesi attive in politica e nel mondo culturale. A cascata sono arrivate le visite guidate a tema, tanto che oggi proponiamo il percorso Tutte le donne. La proposta che Sentieri Sterrati farà con le Imperdonabili, ruota intorno al lavoro della scrittrice Cristina Campo per un libro mai pubblicato, dedicato a Ottanta poetesse che voleva non fossero dimenticate, tra cui Xue Tao, Saffo, Anna Achmatova, Alexia Mitchell, Christina Rossetti. Sarà una riflessione sui comportamenti giudicati dalla società patriarcale sempre e comunque sconvenienti per le donne.
Cos’è la Settimana alla Scoperta dei Cimiteri Europei e perché è importante, oggi, superare l’idea del cimitero come spazio esclusivamente funerario e restituirgli una dimensione culturale, narrativa e storica?
Nel 2000 a Bologna è nata l’ASCE - Association of Significant Cemeteries in Europe, che oggi conta oltre cento associati in tutto il continente. Una delle prime azioni pubbliche è stata quella di istituire la “Settimana”, che si svolge ogni anno tra fine maggio e inizio giugno.
Oggi abbiamo un’idea diversa su cosa sia la funzione del Museo Monumentale della Certosa. Tante volte nel corso delle visite diciamo che può sembrare strano entrare di notte in un cimitero per una visita o per un concerto, ma in realtà in Certosa nel passato sono successe cose molto più strane. Proprio a questi aspetti dedichiamo una visita dal titolo Davvero? Cronache dalla Certosa, dove ricordiamo fatti realmente accaduti: sparatorie, riunioni segrete della massoneria, visite illustri, prostituzione, omicidi, incontri d’amore. Oltre al fatto che per tutto l’800 la Certosa è stata tappa obbligata del turismo internazionale. Inaugurata nel 1801, per decenni è stato l’unico cimitero monumentale italiano. Basti pensare che il Monumentale di Milano è stato aperto nel 1867. L’elenco dei personaggi celebri che l’hanno visitata è lunghissimo, ma l’aspetto più interessante è chi tra questi ha lasciato una documentazione scritta della visita: Stendhal, Lord Byron, Charles Dickens, Louise Colet. Straordinario è anche il ritrovamento di una foto di Sigmund Freud nel suo studio di Vienna, con appese alle sue spalle due foto del Cimitero di Bologna. L’attenzione non era rivolta solo al fascino delle architetture o dei monumenti, spesso nelle cronache compaiono i due custodi della Certosa, ruoli che per un secolo sono stati tramandati di padre in figlio da due famiglie: per le attività cimiteriali c'erano i Brasa, mentre per i monumenti e i turisti c’erano i Sibaud, famiglia di origine francese. Erano persone straordinarie sotto tanti punti di vista. Pensare che fino a pochi anni fa a Bologna si usava ancora l’espressione “andèr da Brèsa”, per dire che una persona era morta ed era stata accolta dal custode della Certosa.
Il cartellone propone appuntamenti che mescolano comicità e spirito irriverente come VOCI BOLOGNESI: fantasmi magie parole perdute e Morti illustri e vivi curiosi. Quanto conta l’ironia nel mantenere vivo l’interesse verso un luogo che, per sua natura, evoca le nostre paure e sofferenze?
L’ironia è anche una forma di riflessione sulla realtà che ci circonda. Nella vita nulla è più sicuro del fatto che prima o poi si muore, ed è inutile fare finta che non succederà. D’altronde la perdita delle persone care, l’assistere alle guerre e alle tragedie umane non può passare inosservato. La civiltà del consumo ci inonda di violenza e morte che poco o nulla hanno di reale, così ci troviamo sempre più spesso impreparati quando capita davvero. Far sorridere è anche un modo per facilitare la riflessione su sé stessi, su chi ci ha preceduto e chi verrà dopo di noi.
Per esempio, Morti illustri e vivi curiosi è un percorso tra le sale monumentali, dove si incontrano alcuni bolognesi del passato tornati a raccontarsi in maniera irriverente a noi cittadini “del futuro”, grazie alle interpretazioni di Gian Piero Sterpi, Alessia De Pasquale, Graziella Gandolfi ed Enrico Zambianchi.
Tra vicende familiari torbide, delitti, passioni e simboli esoterici, la Certosa è un archivio vivente di storie. Che cosa ci dicono oggi su Bologna e su quel che resta o si trasforma della natura umana nel tempo?
Il nostro mantra è: le forme del passato, la scoperta del presente. Per quanto ci sembra di faticare a seguire i cambiamenti della società, nella realtà tutta una serie di dinamiche comportamentali rimangono sempre uguali di generazione in generazione. La gente ha sempre amato, sofferto, sorriso, cercato, odiato. Ad esempio, con la visita Così fan tutti, proposta da Mirarte, si scoprono i lati umani proprio di quei bolognesi resi celebri solo per gesta eroiche. Ma anche loro erano come noi, avevano una vita quotidiana e le loro debolezze. C’è un’altra proposta che dà letteralmente voce alle memorie del cimitero: Nell’ora più buia della notte. È una visita animata di Teatro Circolare, dove le statue della Certosa prendono vita per parlarci del loro significato simbolico, di chi le ha create, delle persone a cui sono state dedicate. Infine, con il Teatro dei Mignoli si può seguire Sul filo di Arianna, un percorso poetico per piccoli gruppi, dove i popoli in cammino, i semi da proteggere e i giardini si incontrano, insegnandoci che per le piante il concetto di confine semplicemente non esiste.
Qual è stata finora la reazione del pubblico a questa edizione 2025 e quali sono stati i format e i momenti che hanno ottenuto maggior coinvolgimento?
Per ora stiamo assistendo ad una buona risposta dei bolognesi. Ogni anno sono sempre un poco diverse le dinamiche del gusto del pubblico e di dove gli piaccia andare e cosa fare. Di buono c’è che ormai si dà per scontato che in Certosa si svolgono attività culturali. Poi le associazioni ogni volta propongono qualcosa di diverso, ben sapendo che quel che attira di più il pubblico sono gli aspetti curiosi e bizzarri. Da qui la proposta di percorsi come Il buio intorno, dove ognuno illumina il tragitto con il proprio led in un'esperienza a metà strada tra trekking e visita guidata. Certamente uno tra i più gettonati insieme allo spettacolo Certosa segreta, alla scoperta di sale nascoste, chiostri poco esplorati e splendide opere d'arte scarsamente visibili dal visitatore distratto.
Come ogni luogo ricco di storie e dettagli, anche la Certosa ha la sua personale “101 cose da sapere”. Puoi dirmene tre che non ti aspettavi?
Sintetizzando con le parole di Giuseppe Raimondi: troveremo cari amici perduti, tra queste io ho trovato Maria Frassinesi in arte Fatima Miris, una delle più importanti attrici trasformiste della sua epoca. Ma anche aver letto per la prima volta la poesia Fuori alla Certosa di Bologna di Giosuè Carducci che recita: Freddo è qua giú: siamo soli. Oh amatevi al sole! Risplenda su la vita che passa l’eternità d’amore. Al terzo posto metterei una cosa che si rinnova ogni anno, la presenza delle rondini nel Cortile della Chiesa, una gioia anche sonora che ci fa sempre compagnia d’estate.
Se potessi ascoltare una sola voce tra quelle che abitano la Certosa, quale sceglieresti e cosa pensi che avrebbe ancora da raccontare?
Le parole della scrittrice Cristina Campo dedicate alla Certosa, che leggiamo spesso e che sintetizzano perfettamente il luogo: tenebroso palazzo dalle grandi fughe di porticati, corridoi, cortili, simili a uno scenario di tragedia spagnola rappresentata all’epoca dell’Alfieri (...) ma sempre e solo, per me, tenebroso palazzo di fate.
Il cimitero monumentale offre continuamente nuovi spunti su cui ragionare, abbiamo tante persone che si dedicano a fare ricerca e scrivere biografie di persone che non devono essere dimenticate, anche se non saranno mai in nessun libro di storia. È da queste riscoperte di operai, artiste, industriali, borghesi, donne comuni o straordinarie che partiamo sempre per proporre nuove visite, spettacoli e laboratori per bambini.
Laura Bessega per Bologna Estate