dal 28 mag 2021 al 9 gen 2022
@ Museo Civico Medievale

Dante e la miniatura a Bologna al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese

in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri

Come è noto Dante soggiornò a Bologna in più occasioni: una prima volta probabilmente intorno al 1286-87, quando forse frequentò, come “studente fuori corso”, l’Università. Più prolungato dovette essere invece il secondo soggiorno, che vide il poeta trattenersi in città per almeno due anni, dal 1304 al 1306. Dopo avere lasciato Verona, e poi Arezzo Dante ricercava ora nella scrittura e nello studio il motivo del suo riscatto che l’avrebbe risollevato dall’ignominia dell’esilio, iniziato nel 1302. Ed è probabile che in queste circostanze avesse scelto proprio Bologna come possibile nuova meta, atta a garantirgli le necessarie risorse per vivere e anche per studiare e scrivere. Un presenza che dovette consentirgli di entrare in contatto con alcuni di quei luoghi deputati alla produzione e alla vendita dei libri, dove probabilmente aveva avuto notizia dello stesso miniatore Oderisi da Gubbio di cui fa menzione nell’XI canto del Purgatorio.

ll miniatore Oderisi da Gubbio risulta in effetti documentato a Bologna tra gli anni sessanta e settanta del Duecento, il che induce a credere che egli avesse operato nell’ambito della miniatura locale del cosiddetto “primo stile”, le cui caratteristiche ritornano, come documentano alcuni dei codici esposti, nella stesura rapida e corsiva, giocata su una gamma assai limitata di colori.

A questa prima fase dovette seguire più tardi una diversa e più aggiornata corrente di stile capace di rinnovare, nel ricorso ad una sintassi figurativa legata ai modelli della tradizione bizantina, il carattere delle decorazione dei codici bolognesi. Questa ulteriore , definita “secondo stile”, ebbe come protagonista il cosiddetto Maestro della Bibbia di Gerona, nome che gli deriva da una sontuosissima Bibbia oggi conservata alla Biblioteca Capitolare di Gerona. Come risulta dai graduali da lui miniati per la chiesa di San Francesco la sua attitudine a confrontarsi con i modelli più colti della cultura ellenistico-bizantina rivive nelle cadenzate euritmie che caratterizzano le varie figurazioni, ripensate si direbbe direttamente sugli esempi della miniatura di età paleologa, ma anche antecedenti collegabili alla rinascenza macedone. Il tutto interpretato con una verve ed una vitalità, anche cromatica, di sapore tutto occidentale, tale da presupporre un confronto anche con le coeve novità della pittura monumentale, ben documentate a Bologna negli anni del più antico soggiorno di Dante, dalla Maestà che Cimabue eseguì per la chiesa dei Servi.

Ed è forse a questo cambiamento che Dante allude nella Commedia quando dopo avere fatto riferimento ad Oderisi da Gubbio parla dell’altro miniatore, il fantomatico Franco Bolognese.

I riflessi di uno stile aulico si possono cogliere in buona parte dei codici miniati a Bologna tra la fine del Duecento e i primissimi anni del Trecento dove tuttavia appare crescente anche l’adesione ad un ritmo narrativo di stampo ormai gotico che in taluni casi sembra già presupporre la conoscenza di certi modelli giotteschi.


Orari di apertura:

martedì e giovedì h 10-14
mercoledì e venerdì h 14-19
sabato, domenica e festivi h 10-19

Ingresso: biglietto museo (€ 6,00 intero /  € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Cultura ingresso gratuito

Visite guidate:

Venerdì 28 maggio h 17; venerdì 18 giugno h 17; venerdì 9 luglio h 17;  venerdì 17 settembre h 17; venerdì 1 ottobre h 17; venerdì 3 dicembre h 17; venerdì 17 dicembre h 17
 

Prenotazione obbligatoria allo 051 2193930 (dal martedì al venerdì h 9-14)