26 luglio 2018, 21:45
@ Piazza Maggiore

Qualcuno volò sul nido del cuculo

(One Flew Over the Cuckoo's Nest, USA/1975) di Milos Forman (133') 

Introduce Roy Menarini

Soggetto: dal romanzo omonimo di Ken Kesey. Sceneggiatura: Lawrence Hauben, Bo Goldman. Fotografia: Haskell Wexler. Montaggio: Lynzee Klingman, Sheldon Kahn. Scenografia: Paul Sylbert. Musica: Jack Nitzsche. Interpreti: Jack Nicholson (McMurphy), Louise Fletcher (infermiera Ratched), Will Sampson (‘Capo’ Bromden), Brad Dourif (Billy Bibit), Christopher Lloyd (Taber), William Redfield (Harding), Danny DeVito (Martini), Peter Brocco (colonnello Matterson). Produzione: Saul Zaentz, Michael Douglas per Fantasy.
Versione originale con sottotitoli italiani
Copia proveniente da Paul Zaentz per gentile concessione di Saul Zaentz Company


Qualcuno volò sul nido del cuculo è stato il primo film dai tempi di Accadde una notte a vincere cinque Oscar, per il miglior film, il miglior attore (Nicholson), la migliore attrice (Louise Fletcher), il miglior regista (Forman), la migliore sceneggiatura (Hauben & Goldman).(Roger Ebert)

Il libro racconta l’eterno conflitto tra l’individuo e le istituzioni. Inventiamo le istituzioni per cercare di rendere il mondo un luogo più giusto, più razionale […], eppure non appena sorgono, cominciano a controllarci, a irregimentarci, e dirigere la nostra vita. Incoraggiano la dipendenza per perpetuare se stesse, e sono minacciate dalle personalità forti. Buttai giù una scaletta della sceneggiatura; sapevo cosa avrei tagliato e cosa avrei lasciato, dove avrei aggiunto e dove avrei tolto. Decisi anche che il film non sarebbe stato narrato dal punto di vista dell’indiano. […] La scrittura è uno strumento perfetto per rendere il flusso di coscienza. Il cinema invece di solito vede il mondo dall’esterno, da un punto di vista più oggettivo. Le immagini sono concrete, quindi hanno un impatto più viscerale, più universale e persuasivo, però è più difficile ritrarre una vita interiore. (Miloš Forman)