11 luglio 2019, 21:30
@ Serre dei Giardini Margherita

Shuttle: sonorizzazione live de «Le planéte sauvage»

Visionaria

Protagonisti di questo appuntamento gli Shuttle che sonorizzeranno dal vivo «Le planéte sauvage» (René Laloux, Francia- Cecoslovacchia, 1973, 72') film d'animazione tratto dal romanzo breve di fantascienza «Homo Domesticus» (Oms en série, 1957) di Stefan Wul, è noto per le immagini surreali di ambientazioni e creature.

Lo Space Transportation System(STS), comunemente noto come Space Shuttle o Shuttle, è stato un sistema di lancio spaziale riutilizzabile della NASA, adibito a missioni spaziali in orbita intorno alla Terra. Lanciato in orbita per la prima volta il 12 aprile 1981, ha portato a termine la sua ultima missione il 21 luglio 2011. Shuttle è stato dunque il primo vero e proprio bus spaziale, la prima utopia di “riciclo” che rafforzava l’utopia ben più “stagionata” dell’esplorazione dello spazio. Ma Shuttle è anche un progetto musicale che vede coinvolti Erica Scherl (violino, tastiera, effects), Gianfranco De Franco (sax, clarinetti, flauti, synth, Orff equipment) e Valerio Corzani (basso elettrico, laptop, IPhone Apps, Ipad Apps). Una sorta di navetta sonora che mette insieme strumenti tradizionali e macchine e che fonda il suo orizzonte esplorativo sull’empatia strumentale, sugli incastri timbrici e sulla voglia di galleggiare nei grooves. Il concetto di bus spaziale è particolarmente indicato per descrivere metaforicamente i contorni poetici di questo trio che ha un debole dichiarato per l’elettronica morbida, il funk, la drone-music, l’etno-jazz e la psichedelia. Musica strumentale che gioca la propria scommessa melodica sull’iteratività nella varietà e che sfrutta le potenzialità di tre agguerriti polistrumentisti. Valerio Corzani ed Erica Scherl hanno già attraversato orizzonti limitrofi a quello di Shuttle nel loro duo Interiors, nella Hypertext Orchestra di Luigi Cinque (Corzani), nelle collaborazioni con Claudio Milano e Barbara De Dominicis (Scherl), mentre Gianfranco de Franco li esplora da anni, anche nella dimensione della solo performance e delle colonne sonore per il teatro. Ma in questo caso la cifra trova una messa a fuoco insieme coerente ed evolutiva rispetto ai loro progetti precedenti. Come se la navetta che hanno scelto come insegna, li avesse spinti a cementare lo spirito di corpo e a lubrificare negli impasti “la vertigine del decollo”.