18 luglio 2019, 21:45
@ Arena Puccini

La Favorita

(The Favourite, Irlanda-GB-USA/2018) di Yorgos Lanthimos (120')

Nell'Inghilterra del 1700, nel mondo oltraggiosamente aristocratico della casa regnante, le cugine Abigail e Sarah si contendono i favori della regina Ann,, ultima discendente degli Stuart, donna fragile, malata, infelice, frustrata nella maternità, capricciosa, reggente incapace, incostante, influenzabile. Senza fermarsi davanti a nulla, le due giovani donne brigano spudoratamente per ottenere amore, favori e potere, usando la guerra contro la Francia come se fosse un gioco.

Premio come migliore attrice protagonista a Olivia Colman agli Oscar 2019 e ai Golden Globe 2019
Leone d'argento - gran premio della giuria alla 75 mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia 2018

"I sentimenti umani più inestirpabili e ancestrali, la lotta per la sopravvivenza, il sesso e il potere, la cinica consapevolezza di un gioco al massacro che non è maschile o femminile bensì l'essenza ultima delle vite, delle società, del mondo. La favorita distilla un concentrato degli elementi basici del cinema: una sceneggiatura dalla scintillante affilatura (tratta da una pièce di Deborah Davis scritta per la Bbc Radio e rielaborata da Tony McNamara), un'ambientazione in costume magistrale, tre protagoniste in stato di grazia e la regia di Lanthimos che riesce nell'impresa di mantenersi fedele alla vocazione per un cinema disturbante, feroce e provocatorio realizzando un film universale e accessibile, molto divertente ma di una piacevolezza striata di perfidia. La favorita anima scorci storici veridici concedendosi pochi e mirati flash anacronistici, lanciando battute come frecce avvelenate e lacerando l'involucro dei soliti film biografico-agiografici sia grazie allo  stile sincopato e stilizzato, sia indirizzando lo sguardo nei meandri più oscuri del Palazzo reale e nei recessi più intimi e distorti del comportamento dei suoi frequentatori ai vari livelli della gerarchia. Lanthimos è geniale nel confondere continuamente l'emotività degli spettatori, impossibilitati di fatto a parteggiare una volta per tutte per l'una o l'altra delle antieroine affamate di piacere e potere al di là di ogni ragione di ruoli, ranghi o diritti. Gli animali, una costante metaforica della sua filmografia, rappresentano il versante innocente dell'autentica bestialità di un microcosmo dedito a trastulli crudeli, mentre i massacri guerreschi restano fuori campo in balia delle spregiudicate macchinazioni umane. A queste  icone di una femminilità nobile e ignobile, ma in ogni caso emancipata dalla supremazia dei maschi non di rado ridotti a mero strumento per raggiungere uno scopo, la critica e i cinefili affibbiano molti padri, dal Kubrick di Barry Lyndon ai puzzle di Greenaway, da Il servo di Losey al cult movie Eva contro Eva. Abbandonatevi al piacere del testo dando un'occhiata ai libri e pamphlet del misantropo e nichilista Swift dei Viaggi di Gulliver e Una modesta proposta."

Valerio Caprara, "Il Mattino"